Storia della scoperta del baccalà
Nei pressi di Trollfjørd
( Nicc. Dob.'s ph. )
La caracca veneziana di Pietro Querini disperse il suo carico di ottocento botti di Malvasia in un punto non precisato al largo delle coste di Francia e Irlanda nel lontano dicembre del 1431.
La nave disalberata dalle frequenti tempeste era stata resa del tutto ingovernabile e il suo equipaggio scelse di abbandonarla su due imbarcazioni di emergenza, una lancia su cui si imbarcarono in 47, tra cui i tre ufficiali, e uno schifo su cui andarono altri 18 membri, ma di cui non si ebbe più notizia.
La scialuppa venne trasportata dalle correnti sino ad un'isola deserta dell'arcipelago norvegese delle Lofoten, ben oltre il circolo polare artico, con 16 marinai superstiti. Per riscaldarsi i naufraghi accesero dei fuochi che resero nota la loro presenza agli abitanti della vicina isola di Røst che li andarono a soccorrere.
Finalmente la sorte sorrise ai marinai veneziani e quelli trascorsi a Røst, furono per loro quattro mesi di lieto isolamento in cui vennero rifocillati e onorati dall'ospitalità di quelle genti nordiche, che scaturì in loro il più alto grado di sorpresa:
« Questi di detti scogli sono uomini purissimi e di bello aspetto, e cosí le donne sue, e tanta è la loro semplicità che non curano di chiuder alcuna sua roba, né ancor delle donne loro hanno riguardo: e questo chiaramente comprendemmo perché nelle camere medeme dove dormivano mariti e moglie e le loro figliuole alloggiavamo ancora noi, e nel conspetto nostro nudissime si spogliavano quando volevano andar in letto; e avendo per costume di stufarsi il giovedí, si spogliavano a casa e nudissime per il trar d'un balestro andavano a trovar la stufa, mescolandosi con gl'uomini (...). »
(Pietro Querini, relazione per il Senato)
Inoltre ci fu il tempo per altre gradevolissime e utili scoperte, tra cui il merluzzo essiccato:
« Per tre mesi all’anno, cioè dal giugno al settembre, non vi tramonta il sole, e nei mesi opposti è quasi sempre notte. Dal 20 novembre al 20 febbraio la notte è continua, durando ventuna ora, sebbene resti sempre visibile la luna; dal 20 maggio al 20 agosto invece si vede sempre il sole o almeno il suo bagliore…gli isolani, un centinaio di pescatori, si dimostrano molto benevoli et servitiali, desiderosi di compiacere più per amore che per sperar alcun servitio o dono all’incontro…vivevano in una dozzina di case rotonde, con aperture circolari in alto, che coprono con pelli di pesce; loro unica risorsa è il pesce che portano a vendere a Bergen. (...) Prendono fra l'anno innumerabili quantità di pesci, e solamente di due specie: l'una, ch'è in maggior anzi incomparabil quantità, sono chiamati stocfisi; l'altra sono passare, ma di mirabile grandezza, dico di peso di libre dugento a grosso l'una. I stocfisi seccano al vento e al sole senza sale, e perché sono pesci di poca umidità grassa, diventano duri come legno. Quando si vogliono mangiare li battono col roverso della mannara, che gli fa diventar sfilati come nervi, poi compongono butiro e specie per darli sapore: ed è grande e inestimabil mercanzia per quel mare d'Alemagna. Le passare, per esser grandissime, partite in pezzi le salano, e cosí sono buone(...).»
(Pietro Querini, relazione per il Senato)
Nel maggio del 1432 il Querini ripartì con la maggior parte dei compagni (si dice che qualcuno si sia accasato a Røst) su un'imbarcazione diretta a Bergen con 60 stoccafissi o baccalà, ovvero merluzzi essiccati, che rivendette per procurarsi i denari necessari al suo viaggio di ritorno, almeno sino a Londra dove risiedeva una potente comunità di veneziani.
Giunse infine a Venezia dopo più di tre settimane di cavallo il 12 ottobre 1432 e con lui la nuova idea gastronomica dello stoccafisso che da allora si diffuse per le sue proprietà di cibo magro e a lunga conservazione in tutta la Penisola.
Ancora oggi l'Italia è il più grande consumatore di stoccafisso e a cinquecento anni dal naufragio di Querini e il suo eqipaggio, un'isoletta delle Lofoten è stata rinominata Sandrigøya, cioè isola di Sandrigo, la cittadina in provincia di Vicenza dove si tiene ogni anno la sagra del Baccalà. A Sandrigo invece, può capitare di imbattersi in piazza Røst.
Nicc.Dob.
Nicc.Dob.
e questo come l'hai scoperto?? :)
ReplyDeletebisogna intestardirsi
ReplyDeleteIera i baccalà che ghe vegniva!
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