Thursday, 30 June 2011

Mezzi di comunicazione

Faites de la musique! è lo slogan della Festa della Musica che ha luogo ogni anno in gran parte d'Europa e non solo. L'idea venne concepita nel 1976 dal musicista americano Joel Cohen, che all'epoca lavorava per la stazione radio francese France Musique. Un'idea che divenne realtà il 21 giugno 1982 per volontà dell'allora ministro della cultura francese Jack Lang.
Lo slogan gioca sull'assonanza tra Faites de la musique, fate musica, e Fête de la musique, festa della musica, ed esprime lo spirito di questa iniziativa: si tratta infatti di una serata in cui tutti, amatori e professionisti, hanno la possibilità di celebrare la musica esibendosi per le strade delle città in concerti rigorosamente gratuiti ed aperti a tutti.
Anche l'università di Göttingen, dove sto portando a termine il mio Master, da tre anni organizza una Fête de la musique, alla quale quest'anno presi parte anch'io, come membro del Coro Ibérico (e non certo in qualità di professionista...).
Ma non è di questo che voglio parlare.
Bensì del Preludio in Mi minore di Chopin (per gli amanti del genere, si tratta dell' Op. 28, n. 4). Tra le varie esibizioni infatti, una ragazza suonò proprio quest'opera. Sebbene non sapessi di che si trattasse prima di leggerlo sul programma, è un brano abbastanza conosciuto.
Ero sicura di averlo già sentito in un'occasione ben precisa e non ci volle molto perché mi ricordassi della circostanza in cui per la prima volta avevo ASCOLTATO e non semplicemente sentito questo Preludio.
L'anno scorso mi capitò di guardare alcune delle conferenze TED; si tengono annualmente in California e vi prendono parte personaggi più o meno famosi che presentano le loro ideas worth spreading, idee degne di essere diffuse, toccando i più diversi argomenti.
Quella che mi ritornò alla memoria qualche giorno fa è la conferenza tenuta dal direttore della Boston Philarmonic Orchestra Benjamin Zander, su musica e passione.
Il video parla da sé. Buona visione!

.


(Chi volesse vederlo con i sottotitoli, vada a questo link http://www.ted.com/talks/benjamin_zander_on_music_and_passion.html; basta selezionarli dal menu in basso a sinistra, dove compare la scritta Subtitles Available in: scegliendo la lingua che si preferisce)


Sara

fallire d'inconsapevolezza

Quante cose, anche comuni, non so fare. Guidare una moto, riconoscere piante ed animali, qualche nozione di meccanica ed agraria, cucire Tante cose che permettono di vivere la vita con più consapevolezza ed autonomia.
Prendi il cucinare, che ti permette di avere un controllo su ciò che mangi che diamo per scontato, ma che in realtà non abbiamo Quante volte sono i surgelati l'unica via per cambiare la nostra monotona dieta, o scatolette piene di conservanti di cibi precotti che ci privano della gioia di fare con le nostre mani e ci regalano tempo da sprecare davanti a un computer o alla televisione, perché questo è l'uso che ne facciamo.
Odiosa la dipendenza da altre cose/persone. E la disponibiità di denaro è soltanto un'illusione di indipendenza, ma è anzi un vincolo ancora più stretto all'altro, che ci tiene in pugno con la sua conoscenza.

Lo scopo dell'esistenza è la conoscenza, ma solo in un'ottica di consapevolezza, o autocoscienza. Imparare a muoversi camminando permette un ritorno, un nuovo ridimensionalmento de'uomo che torna a rapportarsi con il sistema mondo in maniera umile dopo aver capito quali siano effettivamente le sue dimensioni paragonato all'immensa Terra.
Muoversi con le proprie forze è la propria intelligenza rende liberi. Invece, se l'uomo medievale aveva l'umiltà di autodefinirsi "un nano sulle spalle dei giganti", in un contesto comunque paragonabile dal punto di vista meramente numerico della popolazione, ora l'uomo moderno è un insetto. Questo perché dimostra un'ignoranza di sé e del mondo che tracima nella stupidità. Ammessa, e non concessa, un'istruzione perseguita in maniera decente, questa stessa istruzione non è che la punta dell'iceberg dell'intero scibile umano, un'acquisizione superficiale a cui mancano effettivamente le basi per una consapevolezza almeno sufficiente dell'argomento trattato, e quindi gli strumenti per una discussione costruttiva.
Nonostante un livello culturale indubbiamente più alto rispetto ai secoli precedenti, l'uomo moderno è un fallimento in corrispondenza delle sue potenzialità: le possibilià di scoprire ed assimilare, ma anche di rifiutare, dopo un'attenta disanima personale, che si sono infinitamente moltiplicate grazie alle rivoluzioni teconologiche condotte da persone che hanno invece applicato quella loro consapevolezza del mondo (magari l'unico barlume che avevano, senza essere dei geni assoluti e a tuttotondo alle Leonardo), queste possibilità per ognuno di noi in un rapporto fra occasioni colte e perdute, assumono un valore profondamente inferiore a uno. E a sommarsi al fallimento del singolo c'è l''incapacità dell'intero genere, in quanto il numero di perone illuminate dalla cosapevolezza del proprio essere nel mondo non è aumentato in maniera proporzionale alla popolazione né all'accesso della cultura.

Intercettazioni - se B. per una volta sbagliasse numero

Giuseppe K., persona relativamente normale: pronto?
B.: … seni enormi… glutei brazileiri… bocche rubbyzze.. 
Giuseppe K.: scusi?
B.: … perché io faccio così … tu fai lì… loro maneggiano di là..
Giuseppe K.: come?
B.: … perché poi ci sarebbe questo vero problema delle intercettazioni…
Giuseppe K., col tono di chi non vuole perdere un'occasione: ... e no, il vero problema sei tu!

La chiamata si conclude con un battibecco.
Trascorso qualche minuto però, il telefono suona nuovamente. É l’altro B.

Altro B.: ei ragazzo, però è vero che molte intercettazioni non bisognava farle uscire.
Giuseppe K.: e tu che cosa vuoi?

Sunday, 26 June 2011

Uomini d'Amore - No TAV

Dalla Campania alla Val di Susa, ancora una volta è una lotta in cui siamo tutti coinvolti.
La questione ambientale è diventato il luogo di scontro principale di tutte le pulsioni che costituiscono la nostra società e schierarsi dalla parte di una gestione consapevole, illuminata e rispettosa del territorio significa ormai non voler rinunciare completamente alla propria dimensione umana.

Ancora una volta è stato dato un senso al poter sanguinare e ancora una volta gli speculatori dormiranno tranquilli o tutt’al più verranno svegliati nella notte da una telefonata che provocherà loro il riso. Questo infatti è ciò che succede nel Paese in cui le prime case a crollare sono le Case degli Studenti, costruite con la sabbia di fiumi che non arrivano più al mare.

Se ci fosse ancora bisogno di smascherare la Tav come un progetto semplicemente assurdo, il blog rimanda all’articolo di Luca Mercalli apparso sul Fatto Quotidiano il 18 giugno e alla lettera a Fassino di una nonna valsusina pubblicata sul blog di Beppe Grillo, in cui ancora una volta i politici di destra e sinistra dimostrano di essere la carcassa dello stesso vuoto.

Ancora una volta uno sfregio al territorio italiano sarebbe una cicatrice sul volto di ciascuno di noi che, in un modo o nell’altro, avremmo potuto opporci.
Nicc.Dob.

Monday, 20 June 2011

Il Naufrago e lo Stoccafisso

Storia della scoperta del baccalà

Nei pressi di Trollfjørd 
( Nicc. Dob.'s ph. )

La caracca veneziana di Pietro Querini disperse il suo carico di ottocento botti di Malvasia in un punto non precisato al largo delle coste di Francia e Irlanda nel lontano dicembre del 1431.
La nave disalberata dalle frequenti tempeste era stata resa del tutto ingovernabile e il suo equipaggio scelse di abbandonarla su due imbarcazioni di emergenza, una lancia su cui si imbarcarono in 47, tra cui i tre ufficiali, e uno schifo su cui andarono altri 18 membri, ma di cui non si ebbe più notizia.
La scialuppa venne trasportata dalle correnti sino ad un'isola deserta dell'arcipelago norvegese delle Lofoten, ben oltre il circolo polare artico, con 16 marinai superstiti. Per riscaldarsi i naufraghi accesero dei fuochi che resero nota la loro presenza agli abitanti della vicina isola di Røst che li andarono a soccorrere.
Finalmente la sorte sorrise ai marinai veneziani e quelli trascorsi a Røst, furono per loro quattro mesi di lieto isolamento in cui vennero rifocillati e onorati dall'ospitalità di quelle genti nordiche, che scaturì in loro il più alto grado di sorpresa: 

« Questi di detti scogli sono uomini purissimi e di bello aspetto, e cosí le donne sue, e tanta è la loro semplicità che non curano di chiuder alcuna sua roba, né ancor delle donne loro hanno riguardo: e questo chiaramente comprendemmo perché nelle camere medeme dove dormivano mariti e moglie e le loro figliuole alloggiavamo ancora noi, e nel conspetto nostro nudissime si spogliavano quando volevano andar in letto; e avendo per costume di stufarsi il giovedí, si spogliavano a casa e nudissime per il trar d'un balestro andavano a trovar la stufa, mescolandosi con gl'uomini (...). »

(Pietro Querini, relazione per il Senato)


Friday, 17 June 2011

Forse solo un caso.

Tra le varie cartelle di musica che ho nel mio computer ieri mi è successo di aprirne una che da tempo avevo dimenticato o forse lasciato da parte, magari inconsciamente, in attesa di un'occasione buona.

Ho cliccato su "Piers Faccini": non ricordo bene in quali circostanze né da quanto tempo la sua musica sia apparsa sul mio computer.

Ho scelto, senza pensarci due volte, di ascoltare l'album Two Grains of Sand e mentre i file si caricavano già canticchiavo tra me quelle canzoni cui in passato non avevo mai prestato troppa attenzione.

Questa volta invece sembrava che non avrei potuto scegliere nient'altro da ascoltare. Coincidenza? Necessità?

(Ho pensato a quello che scrive Alice riguardo alla canzone preferita, come essa ad un certo punto decida irrimediabilmente di scegliere qualcuno e come infondo non ci sia niente da fare per evitarlo, se mai si volesse evitarlo)

Mi sono decisa quindi a scoprire qualcosa di più su Piers Faccini. Nato nel 1970 in Inghilterra da padre italiano, come il cognome suggerisce, e trasferitosi ancora bambino in Francia. Ha frequentato l' Eton College, ma ne venne espulso; continuò comunque gli studi alla École de Beaux Arts di Parigi.

La sua carriera come cantante cominciò nel 1996 assieme alla poetessa Francesca Beard (che fino a oggi non avevo mai sentito nominare) quando i due diedero vita al progetto Charley Marlowe.

Ora, questa è un'altra curiosa coincidenza! É chiaro che l'ispirazione per il gruppo coincide con quella di questo blog: sebbene il nome sia un po' modificato, sono sicura che si tratti dello stesso Marlow, con la (voluta) aggiunta di una "e", quasi per lasciarci con un dubbio: sarà il Charles Marlow protagonista-non-protagonista di Heart of Darkness o si tratta invece del contemporaneo di Shakespeare, Christopher Marlowe?

Entrambi, a mio avviso. Due voci narranti, di diversa natura, certo, ma poco importa.

Dal 2004 Piers lavora come solista e ha pubblicato 3 album: l'ultimo è Two Grains of Sand (2009), che contiene molte delle canzoni che, da ieri, annovero tra le mie preferite... molto probabilmente si tratta di una scintilla che in breve tempo si spegnerà e la voce di Faccini tornerà a riposare nascosta tra le cartelle del mio desktop.

Per ora non c'è bisogno di sapere molto altro su di lui e la sua musica; infondo non mi serve, ormai sono stata scelta e per un po' mi accompagnerà, in ogni caso.

(Piers continua comunque a collaborare con Francesca, per mantenere viva la voce di Marlowe)


Sara

Wednesday, 15 June 2011

La società dei Professoroni

Credo sia il caso di soffermarsi su una notizia ormai già di qualche giorno, il cui titolo suona quasi sempre più o meno così: Is Grayling's New College a New Oxbridge? Dove Oxbridge è il termine con cui solitamente si designano le due maggiori università britanniche, Cambridge e Oxford.
Stando a quanto riportato sui giornali, alcuni celebri accademici del Regno Unito, tra cui il filosofo A. C. Grayling, avrebbero fondato nel quartiere londinese di Bloomsbury un college di materie umanistiche la cui retta annuale sarebbe di 18.000 sterline, vale a dire sui 20 mila euro, più altre 10.000 sterline di spese calcolate per vivere da studente a Londra.
L'università comincerà le sua attività dall'autunno del 2012, prevede corsi con un numero di studenti per professore inferiore rispetto a quello delle due già citate università e un limite annuo di 375 iscrizioni.
I finanziatori saranno privati e nella squadra di docenti ci saranno oltre al già citato A. C. Grayling anche il biologo Richard Dawkins, lo storico Niall Ferguson, il poeta Christipher Ricks e il genetista Steve Jones.
Le motivazioni che hanno portato alla fondazione di questo nuovo ed elitario ateneo, come enunciato da A. C. Grayling sulle pagine del The Guardian, sono a mio avviso esilaranti. Tra queste ci sarebbe il timore che i tagli apportati del governo conservatore in carica rendano il tessuto sociale più arido, quando al contrario una società che si rispetti avrebbe bisogno di cittadini consapevoli che riflettano sul loro voto, genitori amorevoli, cittadini responsabili e via dicendo. Se bisogna, riferisce Grayling, ispirare e scoprire la prossima generazione di politici, scrittori, giornalisti, avvocati e insegnanti è giusto farlo al massimo livello. Dice lui.

Monday, 13 June 2011

Tema: "La mia canzone preferita"

Canzone preferita. Una casellina da compilare nei vari social network a cui ci si iscrive, casellina da riempire anche nella scheda dell'account per l'iscrizione a questo blog. Mi sembra di sentire una bambina di sei anni che chiede alla sua compagna di classe “ma tu, chi ami?”.
Credo vada inteso come uno di quegli elementi che dovrebbero descriverti, che dovrebbero contribuire a delineare la tua personalità virtuale, specchio -distorto a tuo piacimento- di quella reale. Fortunatamente non è uno di quei campi obbligatori contrassegnati dall'asterisco rosso. Se scegliessi di rispondere, cercherei razionalmente una canzone che apprezzo musicalmente, che considero bella, raffinata, magari con un testo d'un certo livello, giusto per darmi un tono. Una canzone che in realtà non ascolto da mesi, ma che tengo nel lettore mp3 per una sorta di riverenza nei suoi confronti. Non mi azzarderei a scrivere il titolo della canzonaccia pseudorockettara che mi fa saltare per strada. Quella non sono io. Certo che no!
Quella canzone non la puoi scegliere, non è come un libro che decidi di prendere leggendo una recensione o ascoltando il consiglio di un amico che ti conosce bene.
...detesto quando gli amici ti piazzano le loro schifose cuffiette nell'orecchio e ti dicono “senti che bella canzone!”..
Quella canzone ti capita. Sei in un bar, in un negozio di vestiti o ad una festa di qualcuno che conosci a malapena.
La senti per caso.
I tuoi orecchi non son più gli stessi, vengono travolti, inondati. La tua attenzione ne è catturata, per un momento smetti di ascoltare l'avventore del bar che ti sta parlando (sempre che tu lo stessi ascoltando); rimani con la maglia che volevi provare in mano, imbambolato; la finisci di fare il simpatico con gli sconosciuti della festa. Per quei due, tre minuti sei da un'altra parte. Quando finisce e torni nella realtà, l'unica cosa che vorresti è riascoltarla. Bella la festa, ah?

Sunday, 12 June 2011

Curiosità quotidiane


Per poter essere ammessa all'università di Göttingen (Bassa Sassonia) dovevo passare un esame di lingua tedesca, avendo deciso di sbarazzarmi dello status di studentessa erasmus e di iscrivermi ufficialmente, come studentessa a tutti gli effetti.
Sebbene mi trovassi in Germania già da quasi sei mesi, avendo quindi avuto la possibilità di acquisire una certa sicurezza riguardo la mia conoscenza della lingua, un minimo di preoccupazione per l'esito di questa prova era inevitabile: mi era stato fatto capire che, più che i miei titoli di studio o le medie dei miei voti, valeva l'attestato del DSH Prüfung*.
Nel mio appartamento c'era una tv, alla quale io però non avevo accesso, il che non mi dispiaceva affatto, però dovevo trovare un mezzo per allenare l'orecchio, non possedendo nemmeno una radio.
Più o meno inconsciamente finii sul sito del canale televisivo franco tedesco ARTE, che ancora non conoscevo, ma di cui avevo già sentito parlare.
Si tratta di un canale culturale bilingue, che offre una vasta scelta tra programmi diversi, in particolare numerosi interessanti documentari sui più vari argomenti; ciò che fin dall'inizio guardai è stato il notiziario ARTE Journal, diversi documentari e alcuni cartoni animati.
La mia attenzione fu poi attirata da Karambolage, una corta trasmissione (ogni puntata dura intorno al quarto d'ora) che va in onda la domenica sera.
Vengono presentati aspetti della quotidianità tedesca e francese, confrontando le due culture dal punto di vista linguistico, storico, culturale, attraverso varie rubriche: das Wort / le Mot, der Gegenstand / l'Objet, der Brauch / l'Usage, die Lautmalerei/ l'Onomatopée... e alla fine di ogni puntata viene posto un indovinello (das Rätsel / la Devinette): i telespettatori, aiutati da piccoli indizi, devono capire se il video di 30 secondi che viene mandato in onda è stato girato in Germania o in Francia. Si tratta generalmente di riprese all'aperto, per le strade o in luoghi pubblici e, raramente, qualche situazione più domestica.
Sebbene alcune cose potessero risultare banali, molte altre si rivelarono indubbiamente interessanti, soprattutto per chi, come me allora, è entrato da poco in contatto con una di queste due realtà e la sta vivendo, confrontandosi giorno dopo giorno proprio con quegli aspetti che Karambolage racconta e spesso chiarisce.
La fortuna del programma è dovuta secondo me alla sua brevità, ad un approccio piuttosto ironico e ad una grafica creativa, che lo rende adatto ad ogni tipo di pubblico.
Il tempo per guardare ARTE purtroppo ultimamente scarseggia, ma Karambolage è uno dei pochi appuntamenti fissi nella mia settimana; inoltre, pur avendo passato con successo il fatidico esame, continuare ad allenare l'orecchio non può che giovare.

* Deutsche Sprachprüfung für den Hochschulzugang, ovvero esame di lingua tedesca per l'accesso all'università.

Sara

Thursday, 9 June 2011

La Buona Terra

Ho trascorso a Castel Volturno una decina di giorni tra aprile e maggio di quest'anno per frequentare dei corsi professionali. Vi si trova infatti un centro di addestramento per il personale marittimo a cui mi sono rivolto per conseguire i certificati necessari a potermi imbarcare, data la mia intenzione di trovare lavoro a bordo di una nave nel più breve tempo possibile.
Lo stesso tipo di formazione al nord mi sarebbe costata il doppio, senza contare il vitto e l'alloggio, mentre qui a Castel Volturno era tutto compreso nel pacchetto. Avrei soggiornato in un albergo in cui mi sarebbe stata servita carne a pranzo e a cena, e le lezioni si sarebbero svolte nelle aule dell'edificio accanto. Pur preferendo un tipo di dieta meno proteica, sono stato ben contento di poter cogliere l'occasione per visitare un pezzetto di Campania, regione in cui non ero mai stato prima.
Ed è stata una scelta azzeccata poiché mi ci sono divertito e ho conosciuto persone con cui m'è sembrato di condividere amicizie di lunga data benché ci conoscessimo appena da due giorni.
L'Acqua Park (ph.A.Chetta)
Ma, ovviamente, il mio resoconto non può essere tutto a tinte chiare perché la mia curiosità mi spingeva ad andare oltre alla risata e a farmi domande, a volte banali a volte meno.
A volte domande che pur essendo banali devono comunque essere poste.
Così il mio sguardo vagava sul paesaggio in cui mi trovavo qualche metro in anticipo sulla scelta, pressoché casuale, che mi aveva portato a Castel Volturno ad ascoltare e condividere le storie di Domenico da Vibo, dei palermitani Salvo e Federico, di Daniel il toscano *.
E ciò che vedevo, ciò a cui assistevo, erano scheletri di case costruite a metà, abitate soltanto al pianterreno e con i piani superiori neppure intonacati quando c'erano i mattoni, sennò solo con rampe di scale grigie che salivano nel vuoto di soffitte a cielo aperto.
Cani, molti cani randagi che scorrazzavano per campi e campi incolti che si perdevano a vista d'occhio e attraversati da una striscia di catrame lunghissima, un tratto soprelevato della ss Domitiana.
Una terra bellissima, la cui potenza si respira a pieni polmoni al solo camminarci sopra. Era la terra più fertile d'Europa quella su cui svolgevo le prove antincendio, se non fosse che niente, ma proprio niente, vi venisse coltivato.
A guardar bene però qua e là affiorava qualche cosa. Ma a guardar

Wednesday, 8 June 2011

Stanze di Lorenzo Mattotti

Un uomo,una donna e una stanza.
Il racconto puramente illustrato dell'amore in tutti i suoi colori e umori.
Avvalendosi di diverse tecniche,incisioni a punta secca,pastelli,inchiostro su carta nepalese, Lorenzo Mattotti esprime in maniera non convenzionale sentimenti in cui ogni amante "colui che ama" può riconoscersi.Tenerezza,rabbia,comprensione,passione,sofferenza.
208 pagine per ritrovarsi in quei corpi timidi e lenti.

Edizioni Logos.





















Grazia

Il sorriso solare di Anne Lund



Il sole sorgeva in una giornata di primavera dell'anno 1975 in una piccola stanza nella città danese di Aarhus. Anne Lund aveva allora 22 anni, era una studentessa ed ebbe l'idea della sua vita. Mentre sedeva alla sua scrivania con un'altra contestatrice dell'energia atomica, Sören Lisberg, disegnò un piccolo sole sorridente con un grosso pastello a cera arancione. E scrisse: “Nej Tak”. Per lei non c'era altro da dire riguardo al nucleare. Doveva essere un cortese e coerente: No Grazie.”

Oggi Anne Lund ha 57 anni, è un'economista ed insegna Management all'università di Aarhus; la catastrofe di Fukushima lascia anche lei senza parole. Il sole sorridente, nato dalla sua creatività ha appoggiato e continua ad appoggiare la lotta contro il nucleare in gran parte del pianeta. In Giappone, tuttavia, questo simbolo non attecchì: un chiaro segno, secondo Anne.
In Europa, il sole, nella sua semplicità, si rivela molto più efficace: “In Germania – commenta Lund – funzionò particolarmente bene, già dal 1976. Cosa che forse dipende più dai tedeschi che dal sole.”
In altri casi, invece, questo simbolo non ha più bisogno nemmeno di essere diffuso.
Sulla sua auto non c'è nessun adesivo contro il nucleare; per lei è più importante che l'auto consumi poca benzina. Ed è ancora più importante non usarla troppo spesso, “Vado più volentieri in bici”. Valuta inoltre positivamente il fatto che in Danimarca si vedano ormai pochi adesivi col sole. Questo perché qui, già da tanto tempo, si è riusciti a convincere il governo a dire “No Grazie”.
In Danimarca la sua idea divenne realtà nella primavera del 1975.”

Tratto dall'articolo del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, del 19/03/2011.

Sara

Monday, 6 June 2011

A Celtic Miscellany

Kenneth Hurlstone Jackson è stato un linguista e traduttore specializzato in lingue celtiche, poco conosciuto in Italia perché non credo che le sue opere siano mai state diffuse nel nostro Paese.
Fortunatamente, qualche settimana fa mi sono imbattuto in un'antologia di brani originariamente in lingue gaeliche da lui scelti e tradotti che ripercorrono le letterature celtiche d'Irlanda, Scozia e Galles dal nono al diciannovesimo secolo.
Attraverso ballate, epigrammi e soprattutto molti frammenti in prosa, A Celtic Miscellany (1951) è un testo prezioso per chi voglia cominciare ad addentrarsi nell'immaginario dei celti e liberarsi dalle molte sfumature preconcette createsi soprattutto in epoca romantica.
É reperibile tra le edizioni Penguin Classics su internet e nelle biblioteche universitarie, ovviamente in lingua inglese.
L'opera consta di 10 capitoli, ognuno dei quali preceduto da un'introduzione di K.H Jackson che fa luce attorno ai topoi presi ad esempio:


Cap.
  1. Hero-Tale and Adventure: illustra la fase epica della letteratura gaelica dell'Ulster. 
  2. Nature: l'isolamento della cultura celtica le ha permesso di preservare la freschezza di un immaginoso adolescente nel suo guardare agli elementi naturali.
  3. Love: l'amore ha avuto un ruolo marginale nella letteratura celtica almeno sino al tredicesimo   secolo, quando le influenze della poesia francese e provenzale si fecero più forti.
  4. Epigram: un capitolo che comprende composizioni di pochi versi di tre filoni principali Irish, Welsh e Welsh Englyn.
  5. 'Celtic Magic': lo spirito che emerge da questi brani differisce considerevolmente da quello che ci si potrebbe banalmente aspettare.
  6. Description: la potenza dello sguardo di queste letterature non preferisce alcuni soggetti a discapito di altri ed è particolarmente sensibile al fascino dei colori.
  7. Humour and Satire: non si può pensare che nella terra di Swift, Shaw e Joyce possano mai essere mancati questi due elementi.
  8. Bardic Poetry: i bardi erano i poeti di corte che componevano seguendo metriche complesse per celebrare i propri signori. Ciò nonostante, in molti casi la brillante immaginazione celta affiora al suo meglio anche in questo genere di composizioni.
  9. Elegy: raccolta di componimenti a carattere meditativo.
  10. Religion: gli irlandesi hanno sempre amato i buoni racconti e nel Medio Evo un buon racconto che trattasse di religione era per loro irresistibile. Non importava poi troppo se questo fosse considerato canonico o meno dalla lontana chiesa di Roma.


Alcuni brani de A Celtic Miscellany saranno in futuro proposti in italiano su circoloMarlow.

Sunday, 5 June 2011

REFERENDUM 12-13 GIUGNO 2011


La Germania è l'economia che permette l'esistenza dell'Unione Europa. Nel 2010, quando tutti gli altri Paesi ancora arrancano, la sua crescita è stata del 3,6%.
Qualche giorno fa, il governo tedesco ha considerato conclusa la sua esperienza nucleare ed entro dieci anni fermerà tutte le sue centrali.
Attualmente soltanto il 17% del fabbisogno energetico tedesco è soddisfatto dall'atomo.
Ha senso che l'Italia vada in direzione completamente opposta e cominci adesso la sua politica energetica nucleare?
Molti obiettano il caso della Francia, che utilizza le sue centrali al 70% ed esporta energia ricavandone profitto. Il punto è che, contrariamente ai tedeschi, i governi francesi sono ricorsi al nucleare come investimento e non solo come fonte di energia. Per tale ragione, se ne sono resi maggiormente dipendenti e la stanno ancora pubblicizzando all'estero. É infatti con Sarko che l'Italia ha in piedi accordi per costruire i suoi eventuali impianti.
C'è ancora chi dice: “sì ma tanto abbiamo centrali nucleari francesi e slovene a due passi dal confine”. Personalmente non vedo il nesso tra questa constatazione e il costruirne 4 in Sardegna (come sarebbe previsto) o mettere a rischio radioattivo anche il sud.
Per fermare ancora una volta il nucleare in Italia, evitare la privatizzazione dell'acqua e fermare il legittimo impedimento, rispondiamo tutti con 4 SI al referendum del 12 e 13 giugno!


IMPEGNIAMOCI TUTTI per il raggiungimento del QUORUM!


Se sei lontano dal tuo seggio È POSSIBILE VOTARE FUORI SEDE, vedi come:
http://iovotofuorisede.altervista.org/blog/?

Saturday, 4 June 2011

Il Bibliotecario



Ho chiesto informazioni circa un testo raro. 
M'han consigliato di domandare al Bibliotecario.



Friday, 3 June 2011

SAG MIR WO DIE BLUMEN SIND




Versione tedesca di "Where Have All the Flowers Gone?"
di Pete Seeger e Joe Hickerson, interpretata da Marlene Dietrich.