Monday, 26 November 2012

Siria, cronologia di una guerra civile.



Ogni giorno arrivano notizie dalla Siria, ma a questa tanto rapida quanto tragica serie di avvenimenti può non seguire una comprensione effettiva delle dinamiche che hanno portato alla situazione attuale. Nel tentativo di fare chiarezza in primo luogo a me stesso, ho fatto una ricerca annotando gli eventi che credo essere più significativi. La lista che segue è scarna, me ne rendo conto, ma può servire a figurarsi un quadro iniziale del conflitto in corso sino al novembre 2012.

Segnalo inoltre due pagine della BBC per approfondire la conoscenza dei leader dell'opposizione siriana e avere una cronologia più ampia del profilo della Siria dal 1918 sino ai giorni nostri.

  • Il 26 gennaio 2011 Hasan Ali Akleh si dà fuoco dopo essersi cosparso di benzina, secondo alcuni testimoni per protesta contro il governo Siriano. Ciò innesca una serie di manifestazioni di protesta contro il regime. La stessa sequenza di avvenimenti era già stata vista in Tunisia. 
  • Il 18 marzo 2011 è il Venerdì della Dignità. La protesta comincia ad assumere dimensioni importanti e ad accomunare molte città del Paese tra cui Damasco, Hama e Daraa. Quest'ultima diventa il centro principale della dissidenza anche per il malcontento di molti rifugiati dal nord in seguito ad un alluvione. La polizia usa la forza per disperdere i manifestanti impiegando gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e proiettili. Si contano decine di morti e Human Right Watch riporta l'esistenza di 27 centri di tortura. 
  • Nell'aprile 2011 il governo sembra concedere qualche riforma e soprattutto ritira dopo 50 anni lo Stato di Emergenza che giustificava l'uso di arresti arbitrari. Allo stesso tempo Assad etichetta l'opposizione come un gruppo armato di terroristi e restringe fortemente l'accesso a internet e ai mezzi di comunicazione. 
  • Da quando nella primavera 2011 viene dato esplicitamente l'ordine di sparare ai manifestanti, molti soldati di rifiutano di eseguire l'ordine e disertano. Molti di loro vengono giustiziati sommariamente, ma con il progredire della rivolta si registra l'abbandono del esercito regolare anche da parte di ufficiali. 
  • Molte città vengono assediate dall'esercito. Il 30 giugno scoppia la rivolta ad Aleppo, “il vulcano di Aleppo”. Il 31 luglio il Massacro di Ramadan porta alla morte di più 140 persone e centinaia di feriti. 
  • A fine luglio 2011 nasce il Free Syrian Army (FSA), composto da ex ufficiali dell'esercito e volontari. Da ottobre 2011 il FSA avrà il sostegno della vicina Turchia 
  • Sempre nel luglio 2011, Assad destituisce il governatore della provincia di Hama dopo essersi verificate grandi manifestazioni anti-regime e invia truppe armate nella regione. 
  • A fine agosto 2011 nasce il Syrian National Council (SNC) che dalla Turchia cercherà di organizzare l'opposizione lungo un fronte comune. 
  • Il 12 novembre 2011 la Lega Araba sospende la Siria che continuerà a rimanerne esclusa dopo il ritiro di una commissione inviata a monitorare le violenze nel gennaio 2012. 
  • Il 12 aprile 2012, a seguito di un piano di pace di Kofi Annan, il Governo Siriano e il FSA si accordano su un periodo di tregua con la mediazione delle Nazioni Unite. Il patto però non è mantenuto e se ne riportano violazioni da entrambe le parti. Le nazioni Unite si ritirano e Annan rinuncia al suo piano ad inizio Agosto 
  • Giugno 2012, la protesta contagia Damasco e Aleppo, le due maggiori città che sino ad allora avevano vissuto tranquille e il governo considerava come sue roccaforti. 
  • Il 22 giugno un aereo militare Turco viene abbattuto sopra le acque territoriali siriane. La Turchia è amareggiata, ma un accidentale invasione dello spazio aereo viene smentita dalle basi Americane. 
  • 18 luglio 2012, l'attuale e il precedente ministro della Difesa vengono uccisi assieme al cognato del presidente Assad. É la prima volta che vengono colpite cariche così alte del governo. 
  • Il 19 luglio 2012, Russia e Cina pongono il veto su sanzioni proposte dalle Nazioni Unite. La rete internazionale è divisa sulla questione Siriana. 
  • Il 3 ottobre 2012 ci sono delle tensioni al confine tra Siria e Turchia presso la città di Akçakale che costano la vita a 5 civili turchi. La Turchia chiama in causa la Nato che condanna l'episodio duramente. In seguito il governo Siriano porgerà le condoglianze al popolo turco. 
  • Ottobre 2012, il comitato internazionale della Croce Rossa dichiara il conflitto come non-internazionale. Si legge guerra civile. 
  • A fine ottobre 2012, il governo siriano dichiara di voler rinunciare alle operazioni militari durante la īd al-aḍḥā , "festa del sacrificio" , ma nondimeno si dice pronto a rispondere ad ogni offensiva. La tregua non viene accettata da tutti i gruppi di opposizione e gli scontri continuano. 
  • A novembre 2012 si intensificano i bombardamenti su Damasco da parte dell’esercito regolare mentre I ribelli ottengono conquiste significative nel nord del Paese. Il fronte dei ribelli sembra potersi unire sotto la nuova Siryan Opposition Coalition. 

Questo post è da considerare come continuazione di Siria, prima del conflitto, pubblicato precedentemente.

Nicco

Tuesday, 20 November 2012

Siria, prima del conflitto


La guerra in corso in Siria ha avuto origine nelle proteste dilagate nel mondo arabo a partire dal dicembre 2010. L'insieme dei moti che vennero successivamente accomunati nella “Primavera Araba” portò alla caduta di numerosi regimi a cominciare dalla Tunisia, ma ciò che all'inizio sembrava essere un fenomeno di fulmineo cambiamento, rallentò la propria spinta di fronte alla forza militare di dittature al potere da decenni come in Egitto e in Libia, paese quest'ultimo dove si scatenò un sanguinoso conflitto.

In Siria, dove ancora non è avvenuto nessun rovesciamento di potere, il partito Bat'ha è in forza dal 1963 a seguito di un colpo di stato. Dopo una serie di contrapposizioni interne che portarono alla destituzione in più occasioni dei vertici del partito, il ministro della Difesa Hafez Al-Assad, padre del attuale dittatore, ne divenne presidente nel 1970. Egli seppe ben presto sbarazzarsi di ogni antagonismo interno e a fondare una leadership basata sul culto della personalità. I siriani non ebbero più diritto a normali elezioni e la scelta del presidente poteva avvenire soltanto tramite referendum senza la presenza di altri candidati.

Nel 1963 venne inoltre dichiarato lo Stato di Emergenza per il perpetuo stato di Guerra nei confronti di Israele, ma di fatto questo ha autorizzato l'attuazione di leggi speciali ad appannaggio delle forze di polizia autorizzando arresti arbitrari e uso spregiudicato della forza.

Ogni forma di opposizione incontrò così una durissima repressione e i tentativi d'insurrezione vennero sedati nel sangue, come successe ad Hama nel 1982 quando la comunità sunnita diede atto ad una rivolta. I sunniti del resto sono il ceppo islamico di maggioranza in Siria, mentre la famiglia Assad appartiene alla minoranza Alauita che fa riferimento agli sciiti e comprende circa il 12% della popolazione. Con gli Assad al potere gli Alauiti detengono gli incarichi chiave nei servizi di sicurezza. Le altre minoranze, soprattutto quelle etniche, hanno vissuto al contrario una politica di emarginazione e sono state considerate straniere all'interno del paese.

Nel 2000 l'attuale presidente Bashar al-Assad succedette al padre grazie ad un emendamento alla costituzione che abbassò l'età necessaria a ricoprire tale carica da 40 a 34 anni. Malgrado questa forzatura, la successione sollevò molte speranze e con la “Primavera di Damasco” nacquero circoli politici che in breve tempo portarono alla nascita di un vero movimento per la democrazia. Il tutto venne stroncato nell'agosto 2001 quando i leader principali vennero arrestati e imprigionati.

Altri tentativi da parte dell'opposizione di costruire un movimento efficace si dimostrarono troppo deboli rispetto al regime, almeno sino alla già citata Primavera Araba quando la popolazione civile si riversò in piazza con numeri e continuità senza precedenti. A seguito delle proteste Assad fu costretto a fare qualche concessione e nell'aprile 2011 venne finalmente ritirato lo stato di emergenza e a 120.000 curdi fu riconosciuta la cittadinanza. Ma se da un lato il governo accettava qualche richiesta, dall'altro mise in atto un'opera di propaganda mirata a far passare le opposizioni come dei terroristi e ordinò all'esercito di far fuoco sui contestatori.

Da allora si è assistito a una crescente defezione di militari che, unendosi a gruppi di volontari, hanno reso la rivolta sempre più organizzata e armata senza però risolversi in un fronte comune. Almeno sino a inizio novembre 2012, quando la formazione della Syrian Opposition Coalition, legittimata proprio in queste ore dall’Unione Europea, sembra poter unire le forze dei gruppi d’opposizione.

Sunday, 11 November 2012

Mille papaveri rossi: il Poppy Appeal e altre storie dall'Inghilterra.


Dopo una lunga e luminosa estate passata in Italia, cosa che da un paio d'anni non mi succedeva, a metà ottobre sono ritornata a Cambridge, in Inghilterra.
Giusto in tempo per la morta stagione.
Non ho fatto in tempo a scendere dall'aereo, infatti, che già mi era stato fatto presente che Halloween era alle porte. Pochi giorni dopo, nella casa che ora sto dividendo con altre cinque persone, cominciarono a spuntare scheletrini fluorescenti e finti ragni di ogni colore e dimensione da ogni angolo, mentre due grosse zucche, pronte per essere intagliate, dominavano il living room.

A distanza di nemmeno una settimana da Halloween, in Inghilterra si preparano le celebrazioni del 5 novembre in ricordo del cosiddetto Gunpowder Plot (ovvero "Congiura della polvere da sparo"). L'episodio data al 1605, quando un gruppo di cattolici, capeggiati da Robert Catesby, organizzarono una congiura contro Giacomo I, sovrano protestante; il loro piano era quello di far esplodere la House of Parliament e con essa il re e gran parte dell'aristocrazia protestante. I cospiratori vennero però scoperti e l'attentato sventato. In particolare però, ciò che viene ricordato ogni 5 di novembre riguarda Guy Fawkes, che del gruppo era colui che si occupava degli esplosivi, e che –si dice– venne scoperto con 36 barili di polvere da sparo.
Ogni anno quindi si celebra il mancato attentato, il fatto che il re non saltò in aria e che gli attentatori vennero scovati in tempo. Scovati, arrestati, processati e condannati ad essere hanged, drawn and quartered ovvero –letteralmente– impiccati, sventrati e squartati; un'atroce forma di pena capitale per gli uomini, che risaliva all'epoca medievale. Il condannato veniva appunto impiccato, ma non fino alla morte, quindi rianimato e sventrato vivo; le viscere gli venivano bruciate davanti così, nel caso egli fosse disgraziatamente ancora cosciente, poteva assistere allo spettacolo, prima di essere squartato.
Si narra che Fawkes, tuttavia, riuscì ad avere una sua piccola rivincita, saltando dalla forca e quindi morendo risparmiandosi un'ulteriore terribile agonia. Nonostante ciò, il suo corpo venne comunque straziato e le sue parti esposte pubblicamente come monito per chi pensasse di voler tradire la corona in futuro.
Ogni 5 novembre si festeggia con uno spettacolo di fuochi artificiali seguito dall'accensione di un grande falò, durante il quale si bruciano pupazzi raffiguranti Guy Fawkes e si recitano filastrocche che ricordano l'evento. Curiosamente, questa celebrazione assomiglia molto ad altri rituali, appartenenti alla tradizione pagana e poi molto spesso rivisitati in chiave religiosa, che ricorrono più o meno nello stesso periodo (tra i quali, appunto, anche Halloween). Tutti rituali legati alla chiusura del raccolti nei campi e all'inizio dell'inverno, i cui spiriti portatori di morte e sterilità si tentava di allontanare con dei fuochi ed altri riti scaramantici.

Subito dopo aver fatto giustizia sullo sventurato Fawkes, l'Inghilterra ricorda episodi più vicini nel tempo e si prepara a commemorare i soldati morti durante le guerre mondiali. Con dei papaveri.
Chiunque nei giorni precedenti l'11 di novembre, giornata della commemorazione, sfoggia un bel papavero di carta pesta puntato sul petto, preferibilmente sulla sinistra, vicino al cuore. La scelta di questo simbolo fa riferimento ai versi di In Flanders Fields, poesia scritta dal colonnello canadese John McCrae nel 1915, mentre si trovava a combattere sul fronte franco-belga. Il militare descrive i campi di battaglia cosparsi di sangue dove, tra croce e croce ondeggiavano i papaveri.*

I Remembrance poppies (papaveri della commemorazione) vengono venduti dalla Royal British Legion, la principale organizzazione di beneficenza a supporto di coloro che prestarono e prestano servizio alla nazione e dei loro famigliari. Oggi più che mai è raccomandabile per tutti coloro che ricoprono cariche pubbliche, così come per chi lavora nel mondo della spettacolo, che si porti il poppy. Un'usanza che è ormai diventata una vera e propria moda, cui purtroppo sono legati anche forti pregiudizi. La mancata osservanza di questa “regola”, infatti, scatena immancabilmente furiose polemiche che non fanno altro che mettere in ombra il significato originario di questo simbolo, trasformando tutto in potentissimo showbusiness, contro cui però nessun fuoco né rito scaramantico può nulla.

Manca qualcosa? Un poster della Royal British Legion per la campagna 2012 (fonte:  www.britishlegion.org)

Un'immagine dalla cerimonia d'apertura della Poppy Appeal Campaign 2012, lo scorso ottobre (fonte: www.guardian.co.uk)



                                                                                                                                              Sara

*Il riferimento ai papaveri che vegliano sui corpi dei soldati nei campi di battaglia, ci è noto ovviamente anche grazie a La guerra di Piero di Fabrizio De André.

Thursday, 8 November 2012

USA 2012: il voto delle donne e la Planned Parenthood

Il voto delle americane è stato più che mai determinante nelle ultime elezioni per la presidenza USA. Dati alla mano, con il 55% di voti per Obama contro il 43% di Romney tra l’elettorato femminile, lo scarto di 12 punti assume un profondo significato visto l'altissimo afflusso di donne ai seggi elettorali. Margine che cresce vertiginosamente tra le donne non sposate: ben il 38 % in più a favore del presidente rieletto.

Verrebbe da dire che a determinare una scelta così decisa tra le donne americane siano state soprattutto le idee su aborto e controllo delle nascite di cui i Repubblicani si fanno portabandiera, ma che anche chi è disposto a credere ciecamente a teorie creazionistiche sembra cominciare a considerare fuori dal tempo. Ciò è probabilmente reso possibile anche per il tatto con cui alcuni esponenti della destra americana sono disposti a discutere di certi argomenti. Il candidato repubblicano al senato dell'Indiana, Richard Murdock, si è spinto a dire in un dibattito televisivo che una gravidanza a seguito di uno stupro è qualcosa che Dio ha voluto succedesse. Frasi su cui lo stesso Mitt Romney si è dovuto dissociare.

Allo stesso tempo, l'aspetto economico non è stato affatto di secondaria importanza. Le donne non sposate infatti, sono molto spesso a capo di nuclei familiari con bambini e anziani a proprio carico, ed è su questo punto che l'argomento politico dei diritti si affianca alla “sopravvivenza”.

Nella sua campagna elettorale Mitt Romney ha detto di volersi sbarazzare della Planned Parenthood, un ente che si occupa della salute sessuale delle donne offrendo servizi medici a prezzi accessibili e assistenza sanitaria pediatrica. Un'istituzione fondamentale al mantenimento delle famiglie sulle spalle di donne sole, soprattutto in tempi di crisi e senza dimenticare che due terzi dei lavoratori al minimo salariale negli Stati Uniti sono appunto di sesso femminile.

Se da un lato le ultime elezioni hanno segnatamente chiarito come certi diritti non siano più negoziabili, e una nuova generazione di donne sembra aver ribadito con convinzione le richieste delle proprie madri, una più accentuata vulnerabilità economica ha accomunato elettrici di tutte le età dando al voto dello scorso 6 novembre la risonanza di un pugno sbattuto sul tavolo.

Monday, 5 November 2012

L’Ilva vista dall’estero



Tutte le grandi emittenti giornalistiche internazionali in questi mesi si stanno occupando dell’acciaieria di Taranto. Da Al Jazeera alla CNN, passando per la BBC si susseguono regolarmente servizi per spiegare agli occhi del mondo l’agghiacciante scelta tra lavoro e salute.

In un reportage di France 24, la polvere rossa residuo della lavorazione del ferro viene raccolta sulle tombe di un cimitero e mostrata alle telecamere da un uomo sopravvissuto ai suoi compagni di lavoro. Un ragazzo spiega come non possa permettersi di perdere il posto per pagare le cure alla figlia piccola, in un ospedale distante 50 Km.

L’immagine della fabbrica che viene data dal giornalista Tristan Dessert, autore del servizio, è quella di un camion degli anni ‘50 a cui improvvisamente si chiede di rispettare gli standard di inquinamento attuali. Un collega gli domanda come sia stato possibile arrivare a tanto, e il giornalista risponde che è stato possibile dato che è sempre stato legale. Nessuno ha mai legiferato in merito, tutti hanno preferito chiudere gli occhi.

Clicca qui per vedere il servizio di France 24

Friday, 2 November 2012

22 Paia di Infradito



Un amico una volta mi disse che un uomo riuscì a spostarsi dall’Europa alla Cina senza portarsi dietro più soldi di quanti uno normalmente prende per uscire di casa o, ancor meno, una carta di credito.

Durante il suo viaggio infatti, egli visse barattando i prodotti che trovava lungo il percorso: la sola distanza sarebbe bastata ad aggiungere valore alla merce precedentemente acquistata. Per fare un esempio, dei cucchiai di legno sarebbero stati scambiati, dopo qualche miglia di cammino, per della lana, con un margine sufficiente a procurarsi del riso o dei noodles. Così facendo egli attraversò l'intero continente Eurasiatico.

Qualche decennio fa, quando la Jugoslavia era uno stato solido, frotte di persone si recavano settimanalmente a Trieste, la prima città italiana, per comprare articoli introvabili nel loro Paese. Tra questi i più ricercati erano vestiti e giocattoli, in particolare collant e bambole. Ora, con la Slovenia nel trattato di Schengen, sono gli italiani ad attraversare regolarmente il confine per riempire i serbatoi di benzina più conveniente.

Quando la mia nave raggiunse Manaus, una città grigia cemento nel cuore dell’Amazzonia, un motorista dell’equipaggio acquistò nel mercato di fronte al porto 22 paia di infradito a 7 dollari americani l’uno. Mi disse che a Manila è impossibile trovarne a meno di 13 $.

É un dato di fatto il risparmio di 132 $.