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Poche settimane fa, mi è
capitato di avere tra le mani un vecchio numero della rivista La
Cucina Italiana, datato luglio 1958. Fin dalla sua fondazione
(1929), questo periodico si proponeva non solo di far conoscere le
ricette della tradizione italiana, ma anche di fornire suggerimenti
per il mantenimento di un buon regime alimentare, accorgimenti per
una cucina sana ed allo stesso tempo economica, nonché nozioni di
galateo, racconti ed opinioni di lettori o personaggi famosi su vari
argomenti, più o meno correlati alla gastronomia.
La mia attenzione è
caduta sulle osservazioni di una lettrice che titola il suo articolo
"Saper parlare"; curioso tema per una rivista di cucina, mi
son detta.
Con mia sorpresa, nelle
righe di apertura, la signora Elisa utilizza una parola che, proprio
in queste settimane, sta rimbalzando dalla tv alla rete, in ogni tg e
articolo di giornale: moderazione. Cui, conseguentemente,
fanno riferimento coloro i quali si considerano moderati.
Un buon parlatore,
sostiene l'autrice, deve essere moderato e capace di usare questo
trucco, senza però far accorgere l'interlocutore. L'articolo
presenta gli atteggiamenti più comuni di coloro che si credono a
torto brillanti parlatori, ma che di fatto mancano
completamente di moderazione.
Strano. Il “moderato
medio” oggi sembra invece rispecchiarle tutte queste
caratteristiche...
Sara
Davvero altri tempi. Di cui sento la mancanza. Come sento la mancanza di una moderazione, che è cosa ben diversa dal moderatismo. Grazie.
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