Uscendo dal
centro di Cambridge, dirigendosi verso sud-est, si imboccherà Mill
Road. Ci si lascia alle spalle la zona storica, con i suoi college,
la piazza del mercato e i bei parchi fioriti, per entrare in una
dimensione del tutto differente.
Mi trovo a
Cambridge da ormai due mesi e mi mantengo lavorando come cameriera in
un caffè, nella centralissima Regent Street. I miei datori di
lavoro, tuttavia, sono proprietari anche di un altro locale, più
piccolo, situato proprio in Mill Road. I dipendenti vengono fatti
lavorare in maniera più o meno equa in entrambi i locali; in
particolare, a me tocca Mill Road mediamente un giorno a settimana.
Qui il
lavoro può essere per molti versi noioso, perché i clienti sono
rari e alle volte le sei ore di lavoro passano lentamente, se non ci
si trova qualcosa da fare. Una mia collega si porta il computer e dei
libri per prepararsi agli esami universitari, e ancora mi chiedo dove
riesca a trovare lo spazio per farceli stare, tra le torte e la
macchina del caffè. Anche io ho sempre un libro con me, tuttavia
passo una buona parte del tempo ad osservare quello che succede
fuori, sulla strada.
Mill Road, il ponte sulla ferrovia. |
I colori e
gli odori di Mill Road sono diversi da quelli che si possono vedere o
sentire nel centro della città, come lo sono le facce e le storie
che vi si incrociano.
Lontana dalle guglie degli antichi e
prestigiosi college e dalle vetrine patinate del centro (sulle quali,
nelle ultime settimane, campeggia l'Union Jack, a ricordare a tutti
che presto si celebrerà il Diamond Jubilee*), Mill Road affascina e
allo stesso tempo trasmette un certo senso di malinconia. E a questo
contribuisce anche il fatto che molti dei negozi caratteristici di
questa strada stanno chiudendo, così, da un giorno all'altro,
destando sempre maggiore preoccupazione nei membri della Mill Road
Community che si battono per preservare l'unicità di questa zona.
L'atmosfera
malinconica, gli incontri e le brevi conversazioni con i pochi ed
abituali clienti del caffè, così come gli scorci di realtà che
posso osservare dalla vetrina del locale, alimentano la mia
immaginazione e mi fanno venire in mente le storie degli abitanti di
Desolation Row, raccontate da Bob Dylan nella sua celebre
ballata, o dell'altrettanto nota versione tradotta da Fabrizio De
André, Via della Povertà.
Ed è con le
note di quest'ultima che voglio accompagnare la serata, dopo una
giornata di lavoro in Mill Road, Via della Povertà.
Sara
* Dal 2 al 5
giugno si celebreranno ufficialmente i 60 anni dall'incoronazione
della regina Elisabetta II.