La nave procedeva verso Manila e il mare
brillava sotto il sole caldo che faceva splendere le onde come tanti specchietti. Non si vedeva la
costa e una linea soltanto bastava a racchiudere l’orizzonte silenzioso di cui,
lo scrosciare delle onde sullo scafo, sembrava mettere in risalto l’imperturbabilità.
In un momento, dall’esigua parte di acqua
messa in ombra dalla murata della nave, un piccolo pesce si leva con un ronzio e
percorre sbattendo le sue alette una decina di metri sulla superficie del mare,
poi si rituffa e scompare. Dopo qualche istante se ne leva un altro in
direzione opposta che a sua volta dopo un paio di secondi viene seguito da un
altro pesce volante e poi altri ancora, dando vita ad un brulicare tranquillo
ma disordinato.
Non avevo notato sino ad allora dei grossi
uccelli volare attorno al camino, dal piumaggio come quello dei pinguini, ma
con il corpo più snello capace di grandi planate e la testa tutta gialla dal collo sino alla punta del becco.
Stavano dando la caccia al banco di pesci che
avevo appena osservato e che nel suo saltare fuori dall’acqua si rendeva
facilmente obiettivo della loro rapida picchiata. L’inseguimento poi proseguiva
sin sott’acqua, essendo questi volatili in grado di tuffarsi e immergersi per
qualche metro. Dopodiché ritornavano all’aria, librandosi senza alcuna
pesantezza dalle onde salate, quasi sempre stringendo un pesce da ingoiare in
un boccone.
Assicuratomi -come potevo- che non vi fosse per
loro una minaccia sommersa, mi chiedevo perché i pesci volanti avessero
conquistato le loro ali per rendersi così facile preda degli animali che già dominano
il cielo. E se proprio non potevano fare a meno di ronzare a pelo d’acqua,
perché non aspettare almeno che quello stormo di uccelli tropicali se ne fosse
andato?
Nicco.
Impressionante come la descrizione del tuo primo paragrafo si sovrapponga ad alcuni brani di "The Nigger of the 'Narcissus' " di Joseph Conrad, che sto leggendo in questi giorni...
ReplyDelete"Next morning, at daylight, the 'Narcissus' went to sea. A slight haze blurred the horizon. Outide the harbour the measureless expense of smooth water lay sparkling like a floor of jewels, and as empty as the sky."
Certo, al posto degli specchietti Conrad vede dei gioielli e, invece di essere in alto mare, la nave qui ha appena lasciato il porto, eppure orizzonte e costa si confondono ugualmente. Ma qualche pagina dopo continua così:
"The 'Narcissus' left alone, heading south, seemed to stand resplendent and still upon the restless sea, under the moving sun. Flakes of foam swept past her sides, (...) a few birds screamed on motionless wings over the swaying mastheads."
Chissà che non stessero dando la caccia a dei pesci volanti, che Conrad ancora non aveva notato?
Mi attacco , mio caro , altrimenti non potrei postare con la mia connessione balorda... Sai che i pesci volanti mi ricordano tanto il genere umano? Quante cose , quante scelte si fanno nel momento sbagliato, nel posto sbagliato , per cose sbagliate .. eppure nell'attimo ne siamo felici e gli altri possono godere di questa immagine brillante a pelo d'acqua!!Un abbraccio amico mio....
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