Thursday 25 August 2011

ingenuità sui London riots 2011



Londra è talmente grande da essere dispersiva. Due settimane fa qualche migliaia di persone ha letteralmente messo a ferro e fuoco alcuni quartieri ed e` stato difficile esserne direttamente consapevoli, persino vagamente. Resta quindi la sensazione di aver avuto la Storia a un passo, e invece se n’è rimasta dietro la vetrina del televisore.
A non esserci stato, ci si può ragionare soltanto in maniera fredda, raccogliendo le sensazioni lasciate dalle immagini trasmesse e dalle parole pubblicate, dalle cronache agli editoriali, e amplificando, fin quasi a distorcere, l’accelerazione del cuore quando si sono sentite delle urla in fondo alla via nella notte del lunedì.


La scintilla e` partita in una delle zone piu` depresse dell'intero Regno Unito, Tottenham, dove uno spacciatore di colore, Mark Duggan, e` stato ucciso in un’operazione di polizia. La disputa sul suo essere effettivamente armato o meno ha di fatto esasperato le tensioni fra polizia e minoranza nera, tensioni che superano il quarto di secolo, vedi i Broadwater Farm riots del 1985. Non deve essere casuale che proprio da Broadwater Farm sia partita la manifestazione che sarebbe degenerata la sera a Tottenham Police Station.

Nei giorni successivi, i disordini si espandono in vari quartieri di Londra, da Croydon a, più o meno dall’altra parte della città, Ealing, dove i magazzini della Sony vengono dati alle fiamme: negozi e supermercati vengono saccheggiati, si vedono bambini portar via da mangiare, altri più grandi provarsi i vestiti prima di scappare, quando non prendono telefonini o televisori.

Fastidiosa quanto svilente, e` stata la definizione dei fatti da parte del governo inglese come un’esplosione di criminalità generalizzata. Una "broken society" in "moral collapse" secondo David Cameron il 15 agosto. Full stop. La reazione che si prospetta ora e` il taglio dei benefit e lo sfratto dalle case popolari per chi ha partecipato alle razzie. Un buon occhio per occhio dente per dente vecchio stile. C’è da concludere che se anche fosse che il 17enne in questione è ormai perduto, il fratellino che si troverà a vivere in condizioni ancora più disgraziate si sentirà sicuramente più accolto dalla società civile. Senza dubbio.
C’è invece chi fa notare come i precedenti con rilevanza simile siano avvenuti con i Tories al governo, disoccupazione non più endemica ma a livello strutturale e ed i tagli al welfare (1981, 1986). Passa quindi l’idea labourista di barattare la pace sociale con i benefit, rinforzare gli ammortizzatori sociali. Che, diciamocelo, sapere che hai diritto ad essere aiutato ti fa sentire meglio e ti incazzi di meno.
La situazione che si presenta e` quindi quella del bambino che fa i capricci (o ha una crisi isterica) e papa` da una parte che minaccia la cinghia, mentre la mamma prepara la cena per calmarlo. Si prospetta quindi uno futuro idilliaco: un adolescente temprato dalle punizioni che farà la guerra ai genitori perché arriverà all’esasperazione del muro contro muro, o un viziato che non accetterà di trovarsi senza contentino, perché considererà un diritto come la cena come qualcosa da ottenere in un scontro futile di volontà.

La totale mancanza di politica dietro questi riots sembra confermare questo scenario, gli incendi di agosto 2011 a Londra e quelli di Roma a novembre 2010 sono fenomeni diversi, seppur legati: quelli italiani avevano una scintilla ed un percorso, la contestazione esplicita del sistema Italia. Alan Moore ci tiene a separare infatti proteste anarchiche dalla “furtiva spedizione organizzata da un'orda di idioti opportunisti”, che non hanno colpito né istituzioni sospette di razzismo, né adottato un più generale “rubiamo a chi ha troppo”.
Migliaia di giovani si sono trovati a mettere a rischio in maniera più o meno cosciente la propria fedina penale e il proprio futuro sull’onda dell’esasperazione e dell’esclusione per... dei cellulari? Delle Nike? Non ci sono stati assalti a gioiellerie, le botique Burberry e Gucci sono state lasciate in pace. Gli obiettivi sono stati gli oggetti le cui pubblicità li bombardano ogni giorno, i negozi razziati sono quelli dei loro quartieri. La sensazione e` quindi che paradossalmente hanno rubato ciò che DOVREBBERO potersi permettere, e questo riflette chiaramente che e` in una maniera o nell’altra questi riots sono il frutto della situazione economica, non crimine casuale come vorrebbero al governo.
La domanda invece che ci si dovrebbe porre, invece, e` che genere di società ha creato migliaia di persone, non due esaltati, disposte a rubare cosi` poco valore da una parte e cose tanto futili dall’altra? Una che ti misura in base a ciò che hai e non ciò che fai, probabilmente. Ma anche una in grado di limitare ogni prospettiva di crescita persino al livello della mente, impedendo di essere qualcosa di più anche quando si ha la possibilità di barare.

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