Thursday 7 March 2013

Le isole di Papillon





Les Iles du Salut sono tre isolette a largo della Guyana Francese dove pappagalli, scimmie ed iguana vivono una vita tranquilla. Tutt'al più si tolgono velocemente dai paraggi se qualche turista arrivato da lontano si avvicina troppo per fotografarli.

Gli edifici che un tempo sono stati caserme e prigioni si ergono ancora sotto il sole equatoriale sbiaditi, diroccati, ma con silenziosa imponenza. In qualche caso costruzioni più defilate, come il cimitero degli infanti o alcuni magazzini di pietra, sono avvolti dai cespugli o seminascosti dagli alberi.

Le tre Isole Royale, du Diable e St. Joseph furono infatti colonie penali francesi per criminali di cui la Metropole si voleva liberare. Criminali o supposti tali, se non altro personalità scomode come Alfred Dreyfus, il militare ebreo condannato di alto tradimento che sull’isola del Diavolo ci spese 9 anni mentre in patria Emile Zola a sua difesa scagliava il suo famoso J’accuse. Ma vi furono altri detenuti tra cui Henri Charrière, il cui libro autobiografico diventò negli anni ‘70 il celebre film Papillon con Steve McQueen e Dustin Hoffman

In questi luoghi la disperata routine propria di un campo di prigionia deve aver trovato un accordo particolare con l'indifferenza di una natura senza stagioni.

Walter me ne riporta le seguenti parole:

Sì, in certi posti come nelle tre isole della Guiana Francese, si fa presto a scordare che sono stati lager dove tagliavano le teste, senza troppi ripensamenti. Io le ho visitate tutte e tre quelle isole, con il kayak e anche a me hanno fatto le stesso effetto. Su una delle tre c'è pure l'Hilton hotel, dove la gente si preoccupa più della propria abbronzatura che di sentire gli spiriti del luogo, che senza dubbio sono numerosi. Stranamente luoghi così, una volta tristi come il lebbrosario di Curieuse alle Seychelles o i tanti lazzaretti, tra i quali ultimamente per me quello di Puerto Mahon alle Baleari, appaiono oggi idilliaci come se riscattassero i tempi in cui non lo erano. Che non esistano gli spiriti dei luoghi, cacciati forse dalla televisione o dalle orde dei turisti, io non ci credo. Mi piace invece pensare che i fantasmi abbiano trovato pace nella natura, così rigogliosa e che si rigenera in continuazione, ma che un animo sensibile e attento riesca ancora a percepirne la presenza tra le rovine e gli anfratti della costa. Spero che ti piaccia Curiapo.


Nicco.

1 comment:

  1. E' sempre intrigante riflettere sui legami tra la natura e una certa storia. I francesi che, a fine '800, confinavano i galeotti nelle loro lontane colonie americane, tentavano di operare una pericolosa operazione di separazione tra bene e male, tra puri e impuri. E invece non funziona così. Emile Zola ci aveva avvertiti. Bel post. Grazie.

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